Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali

Assortment of sport equipment on yellow background, top view
April 7, 2023

Sport per l’inclusione: tra stereotipi e potenzialità

La Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace ha luogo ogni anno il 6 aprile. È stata indetta dieci anni fa dalle Nazioni Unite, per riconoscere “il ruolo positivo che lo sport e l’attività fisica giocano nelle comunità e nelle vite delle persone in tutto il Mondo” (https://www.un.org/en/observances/sport-day) 

Dall’emancipazione di donne e ragazze, giovani, persone con disabilità e altri gruppi emarginati al progresso di obiettivi di salute, sostenibilità e istruzione, lo sport offre – secondo le Nazioni Unite – un enorme potenziale per il progresso degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) e per la promozione della pace e dei diritti umani.  

Ma come mettere in pratica tale potenziale? 

Secondo le analisi condotte in questi anni da ricercatori e ricercatrici dell’IRPPS – all’interno, in particolare, delle attività del Gruppo di ricerca Musa (Mutamenti sociali, valutazione e metodi) – non basta fare sport per interiorizzare un sistema di regole e valori per l’integrazione sociale. Accanto alle azioni di promozione dello sport, necessarie per spingere a stili di vita salutari, è fondamentale promuovere una didattica strutturata dello sport. 

Come mostrano, tra le altre, le evidenze di un’indagine condotta in Italia nel 2017, il potenziale ruolo educativo dello sport non è un valore esplicito incorporato nella sua pratica. Si veda su questo l’articolo del 2021 di Tintori, Ciancimino, Vismara e Cerbara Sports as education: Is this a stereotype too? A national research on the relationship between sports practice, bullying, racism and stereotypes among Italian students. 

Lo studio, che ha coinvolto un campione rappresentativo di 4011 studenti e studentesse tra i 14 e i 16 anni, è stato condotto attraverso un questionario focalizzato su caratteristiche socio-demografiche, esperienze di vita, relazioni e comportamenti interpersonali, adesione a stereotipi e pregiudizi. 

Alcuni tra i dati di interesse mostrano che metà del campione ritiene che sia effettivamente meglio avere un allenatore uomo (ma la maggioranza di coloro che concordano su questa affermazione sono gli stessi maschi: 27% contro il 10% delle femmine) e circa un terzo degli studenti ritiene che alcuni sport non siano adatti alle donne (il 23% delle donne e il 41% dei maschi concordano con tale affermazione). Circa un giovane su dieci ammette che la violenza nel tifare la propria squadra è da considerarsi un fatto accettabile (7% donne e 17% uomini). Discorso analogo si può fare per gli stereotipi etnici, rispetto ai quali si rileva che circa un terzo degli studenti si sente minacciato nella propria incolumità dalla presenza degli immigrati (32% femmine e 39% maschi). Per una quota simile di giovani, gli stranieri sono considerati criminali (25% donne e 35% uomini); infine, gli studenti di solito tendono a pensare che gli immigrati siano persone che in realtà rubano il lavoro agli italiani (26% donne e 38% uomini). 

Dalle analisi emerge come gli e le adolescenti che praticano sport al di fuori della scuola abbiano un aumento dei loro livelli di tolleranza nei confronti del bullismo e del razzismo. Inoltre, coloro che praticano sport tra i rispondenti hanno opinioni altamente stereotipate sui ruoli di genere e sulla diversità etnica. 

Comparando questi risultati con le variabili socio-demografiche, i modelli elaborati dai ricercatori mettono in luce che la pratica sportiva non può essere considerata più influente di altre variabili demografiche, come il genere, la provenienza e lo status culturale della famiglia di origine. La pratica sportiva non è quindi un inibitore del bullismo e del razzismo. 

L’indagine dimostra, dunque, la neutralità della pratica sportiva in Italia rispetto all’inclusione sociale e alla diffusione di valori positivi, ma non ne nega le potenzialità. Accanto alla promozione del benessere individuale, infatti, il mondo dello sport è un ambiente in cui i giovani possono espandere le reti amicali ed entrare in contatto con le diversità sociali, sperimentando atteggiamenti e modelli comportamentali.  

Per diffondere valori sociali positivi e promuovere l’inclusione sociale attraverso lo sport, secondo lo studio, è necessario superare due limiti: la disuguaglianza nelle opportunità sportive tra gli studenti e la debolezza del rapporto tra sport e pedagogia. La necessità è, dunque, quella di formare i formatori. Coloro che hanno la responsabilità della preparazione fisica dei minori dovrebbero essere inseriti in percorsi di formazione che preveda una preparazione anche sui temi dell’inclusione. 

A cura di Monia Torre con il contributo scientifico di Loredana Cerbara.

Per approfondire:

  • Cerbara L. (2019). Spunti di rifessione sulla didattica dello sport dentro e fuori la scuola a partire dai risultati delle indagini ‘Fratelli di sport’. La Critica Sociologica, vol. LIII, n. 212 (4), Inverno 2019, pp. 42-57 (7) [DOI: 10.19272/201901204005; ISSN 0011-1546 / ISSN elettronico 1972-5914]
  • Tintori A. (2019). La multilateralità sociale dello sport e il suo mancato investimento. La Critica Sociologica, vol. LIII, n. 212 (4), Inverno 2019, pp. 49-55 (7) [DOI: 10.19272/201901204005; ISSN 0011-1546 / ISSN elettronico 1972-5914]
  • Tintori A. (2019). L’integrazione sociale come processo reciproco. Opportunità e stereotipi nel caso dello sport, Le nuove frontiere della scuola, n. 49, La reciprocità, anno XVI, febbraio. La Medusa Editrice, pp. 93-100 [ISSN: 2281-9681]
  • Accorinti M. Caruso M. G., Cerbara L., Menniti A., Misiti M., Tintori A. (2018). “Non conta se siamo stranieri, dobbiamo giocare tutti insieme.”, Roma: Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali. (IRPPS Working papers n. 106/2018)
  • Caruso M. G., Cerbara L., Menniti A., Misiti M., Tintori A. (2018). “Sport e integrazione per gli adolescenti italiani. Indagine 2017”, Roma: Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali. (IRPPS Working papers n. 108/2018)