Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali

May 20, 2023

Quali diversità?

21 MAGGIO – GIORNATA MONDIALE DELLA DIVERSITÀ CULTURALE PER IL DIALOGO E LO SVILUPPO

In occasione della “Giornata mondiale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo” l’UNESCO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, ricorda il ruolo fondamentale della diversità culturale, che arricchisce le vite delle persone e consente di crescere in un ambiente innovativo, più produttivo ed economicamente conveniente. L’UNESCO, infatti, crede fermamente che la diversità renda le persone più forti e che il rispetto per la diversità culturale sia essenziale per rafforzare il dialogo interculturale, lo sviluppo sostenibile e la pace.

Nell’attuale contesto di guerra ma anche di generalizzata violenza motivata da spinte individualiste molto forti, poter parlare di diversità sembrerebbe anacronistico. Storicamente del resto l’umanità ha vissuto le grandi diversità etniche e/o religiose come fattori di destabilizzazione del potere che hanno determinato, solo concentrandosi nell’area russa e balcanica, processi di disintegrazione territoriale: si pensi ad esempio agli anni della Rivoluzione bolscevica e della guerra civile (1905/1907), quando finì l’Impero dei Romanov (1917/1919), ma poi anche la dissoluzione della Jugoslavia a partire dal 1991, e negli stessi anni dell’URSS, fino in epoca più recente la Cecenia (1994) e ora in Ucraina.

Eppure, se la storia politica sembra mostrare la predominanza della forza per una presunta affermazione dell’identità nazionale, dall’altra parte la sociologia (con Talcott Parsons, ma non solo) ha affermato che lo sviluppo del sistema sociale si ha con la differenziazione sociale, unica a produrre incrementi di complessità: più complessa e diversa è una società, più ha al suo interno risorse e occasioni di crescita e di sviluppo.

La conseguenza è quindi non tanto l’accettazione o il rispetto del “diverso” ma la valorizzazione del confronto, dello scambio di idee e della crescita personale: attraverso la diversità si arriva alla conoscenza collettiva.

La Giornata mondiale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo è un’occasione per celebrare la diversità culturale e tutto il patrimonio immateriale, lingua, tradizioni, usi, pratiche etc., che rafforzino i legami tra le persone e la loro storia. Solo così sarà possibile quello che l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile indica come un mezzo di cambiamento e di sviluppo, ovvero la cultura e il potenziale creativo delle diverse culture presenti nell’umanità.

In questo senso, il traguardo non è la semplice “accoglienza culturale”, bensì la creazione di una cultura condivisa che nasce dal confronto reciproco, dal dialogo e dall’incontro, dalla co-esistenza.

Come studiare gli interventi pratici per sostenere le diversità culturali?

Nello spirito di una cultura dell’incontro e dello scambio, il CNR-Irpps sta svolgendo un progetto di ricerca valutativa che ha un forte valore pratico. Si tratta di una attività di Valutazione della Strategia Rom, Sinti e Caminanti elaborata dal Governo italiano per gli anni 2012-2020. Tale progetto vuole consentire al CNR, insieme a UNAR- Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, di definire un modello di monitoraggio e valutazione per la nuova Strategia prevista per gli anni 2021-2030.

È un impegno importante, condiviso con la struttura della Presidenza del Consiglio dei Ministri, l’UNAR appunto, deputata dallo Stato italiano a garantire il diritto alla parità di trattamento di tutte le persone, indipendentemente dalla origine etnica o razziale, dalla loro età, dal loro credo religioso, dal loro orientamento sessuale, dalla loro identità di genere o dal fatto di essere persone con disabilità, in altre parole dallo loro “diversità”. Si ricordi che l’UNAR è stato istituito nel 2003 (d.lgs. n. 215/2003) in seguito a una direttiva comunitaria (n. 2000/43/CE), che impone a ciascun Stato Membro di attivare un organismo appositamente dedicato a contrastare le forme di discriminazione; in particolare, UNAR si occupa di monitorare cause e fenomeni connessi a ogni tipo di discriminazione, studiare possibili soluzioni, promuovere una cultura del rispetto dei diritti umani e delle pari opportunità e di fornire assistenza concreta alle vittime.

Il CNR-Irpps affianca il Governo nel creare un “circolo virtuoso” di raccolta ed elaborazione di informazioni, in cui l’integrazione delle comunità Rom, Sinte e Caminanti sia elemento prioritario di riferimento per processi di inclusione che non riguardano solo le popolazioni minoritarie, ma che possano individuare un approccio sociale di tipo integrato e sostenibile nel medio-lungo termine, con particolare riguardo a quattro assi di intervento (che sono: istruzione, lavoro, salute e casa).

Testo a cura di Marco Accorinti

Per approfondire:

A. R. Calabrò, Zingari, Storia di un’emergenza annunciata, Liguori edizione, Napoli, 2008

T. De Mauro, Le parole e i fatti, Edizioni Riuniti, Roma, 1977

Z. Lapov, Vacaré romané? Diversità a confronto: percorsi delle identità Rom, Franco Angeli, Milano, 2004

L. Piasere, Un mondo di mondi. Antropologia delle culture Rom, L’Ancora, Napoli, 1999

L. Piasere, I rom d’Europa. Una storia moderna, Laterza, Roma-Bari, 2004

E. Rodari, Rom, un popolo, diritto a esistere e deriva securitaria, Edizioni punto rosso, Milano, 2008

C. Vallini (a cura di), Minoranze e lingue minoritarie, Convegno Internazionale, Istituto universitario orientale, Napoli, 1996

K. Wiernicki, Nomadi per forza: storia degli zingari, Rusconi, Milano, 1997.