
Presentati i risultati dell’indagine Obiettivo Benessere 2025
La nota stampa del Consiglio nazionale delle ricerche sui risultati dell’indagine Obiettivo Benessere sul benessere organizzativo e relazionale al Cnr, promossa dal Comitato unico di garanzia del CNR e diretta dal gruppo CNR-IRPPS Mutamenti Sociali, Valutazione e Metodi (MUSA):
Si lavora di piÃđ e si ÃĻ piÃđ produttivi in agile, 4 dipendenti su 10 non riescono a conciliare esigenze lavorative e personali e per 3 su 10 (piÃđ donne) quelle familiari hanno compromesso la carriera. Si conferma una diffusa stereotipia di genere, di cui lâiniqua ripartizione delle attività domestiche e di cura ÃĻ il riflesso; rimangono stabili e diffuse le discriminazioni, le molestie e il mobbing, fenomeni che in taluni casi hanno coinvolto almeno una volta anche la metà del personale. Sono alcuni risultati dellâindagine âObiettivo benessereâ alla sua seconda edizione, a cura del Cnr-Cug in collaborazione con il gruppo di ricerca MUSA del Cnr-Irpps, presentati oggi a Roma.
Nel 2022 il Comitato Unico di Garanzia (CUG) del Cnr ha ideato il progetto Obiettivo benessere, che prevede periodiche indagini nazionali sul benessere organizzativo e relazionale della piÃđ grande comunità scientifica italiana. La seconda indagine, realizzata a cavallo tra dicembre 2024 e gennaio 2025, come la prima diretta dal gruppo di ricerca Mutamenti sociali, valutazione e metodi (MUSA) dellâIstituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali (Cnr-Irpps), ÃĻ tornata a misurare il livello di benessere organizzativo e relazionale allâinterno del Cnr. Ben 4.553 dipendenti, che rappresentano tutte le categorie del personale, hanno risposto a un complesso questionario elettronico costruito dai ricercatori del Cnr, fornendo dati da tutta Italia, da tutti i dipartimenti, oltrechÃĐ dalla sede centrale e dalle numerose aree di ricerca. I principali argomenti trattati riguardano: lavoro agile e conciliazione tra oneri lavorativi e vita privata, stereotipi di genere, discriminazioni, molestie e mobbing.
- Lavoro agile e conciliazione tra oneri lavorativi e vita privata
Al fine di monitorare lâandamento della fruizione del lavoro agile a distanza di anni dalla sua introduzione, ÃĻ stato rilevato il parere del personale indagando rischi e opportunità connessi a tale modalità lavorativa. Secondo il 69,1% dei/delle rispondenti il lavoro agile ÃĻ praticabile solo alcuni giorni a settimana, mentre per il 19,4% ÃĻ sempre preferibile al lavoro in sede. Rispetto alla prima edizione dellâindagine (2022) che rilevÃē una preferenza per il lavoro agile in particolare tra chi aveva figli piccoli (da 0 a 6 anni), tale distinzione non ÃĻ piÃđ presente. Sono invece lâ11,4% i dipendenti che preferiscono operare sempre e solo dalla propria sede lavorativa. Attualmente, al Cnr si avvale del lavoro agile il 69,2% dei/delle rispondenti, maggiormente donne (73,6% contro il 64,1% degli uomini), personale amministrativo e tecnologo (rispettivamente il 78,7% e il 77,2%), e quindi personale di ricerca (68,1%), tecnico (64,5%) e infine dirigenziale (53,8%). Circa 3 persone su 10 lavorano per piÃđ tempo da remoto che in sede (ma sono il 16,9% in meno rispetto al 2022), 4 su 10 non riscontrano tali differenze e solo 1 su 4 lavora per meno tempo proprio quando si trova in modalità agile (in questo caso sono il 13,2% in piÃđ rispetto a 3 anni fa). In merito alla produttività , invece, circa la metà dei/delle rispondenti ne registra un incremento quando lavora in modalità agile, mentre solo il 3,2% ne evidenzia il calo. Tra le opportunità  offerte dal lavoro agile spiccano la migliore conciliazione tra oneri lavorativi e di vita privata (che cresce allâ84,6% rispetto al 77% del 2022) e il risparmio di tempo legato agli spostamenti (82,1%), cui seguono i risparmi economici (43,7%) e la maggiore autonomia gestionale (43%). Al contrario, i rischi maggiormente riscontrati dal personale riguardano per lo piÃđ la difficoltà di comunicazione e coordinazione da remoto con colleghi e colleghe (32,8%), lâesclusione dal flusso di informazioni (32,7%), lâeccessiva reperibilità , ovvero il mancato esercizio del diritto alla disconnessione (25,3%) e la solitudine (24,8%). Rispetto al tema della conciliazione tra oneri lavorativi e di vita privata e familiare, indipendentemente dalla modalità di lavoro (agile e non) il 40,7% dei/delle rispondenti non riesce sempre a conciliare le esigenze lavorative e personali, e il 34,3% quelle lavorative e familiari. Addirittura, il 27,8% ritiene che le proprie esigenze familiari abbiano compromesso il proprio percorso professionale e la carriera, con una notevole differenza di genere: ad affermarlo ÃĻ il 33,6% delle donne contro il 20,8% degli uomini.
- Â Stereotipi di genere e distribuzione del lavoro domestico e di cura
Tra gli stereotipi di genere indagati, lâadesione maggiore si riscontra per quelli riguardanti lâambito lavorativo: il 40,7% dei/delle rispondenti ritiene che le donne siano piÃđ sensibili degli uomini verso il benessere del personale e il 41,2% ritiene che le donne siano tra loro piÃđ competitive degli uomini.
A questa, fa seguito lâidea che sia ânaturaleâ che le madri si occupino maggiormente della cura dei figli rispetto ai padri (27,5%), quella che lâuomo abbia il compito di proteggere la donna (21,6%) e, infine, la convinzione che gli uomini siano piÃđ collaborativi delle donne (15,3%). Senzâaltro piÃđ residuale, considerato anche il contesto di indagine, ÃĻ la presenza dellâidea che il ruolo ânaturaleâ della donna sia quello di madre e moglie (3%), di chi sostiene che gli uomini siano piÃđ portati per le materie scientifiche (4%), che debba essere soprattutto lâuomo a mantenere la famiglia (4%) e che gli uomini abbiano maggiori capacità di leadership delle donne (7,9%).
Gli stereotipi di genere si riflettono sulla divisione del carico del lavoro domestico e di cura non retribuito, che ÃĻ iniquamente distribuito secondo il 43% delle intervistate e il 27% degli intervistati. Questa ripartizione ricalca specifici ruoli di genere: le donne si occupano prevalentemente di pulizie domestiche (61,4% contro il 23,2% degli uomini), della cura dei figli (39,6% contro lâ12,1% degli uomini) e di altri familiari (17,7% contro 8,9% dei maschi), mentre gli uomini si dedicano maggiormente a piccoli lavori di manutenzione (80,6% contro il 17,4% delle donne) e alla gestione amministrativa della casa (62,9% contro il 42,1% delle donne). Nonostante le risposte raccolte attengano a un contesto lavorativo di ricerca, conoscenza e istruzione, e i molteplici interventi attuati su queste tematiche dal CUG e dallâEnte negli ultimi anni, ÃĻ stata dunque nuovamente registrata la presenza di una diffusa stereotipia di genere al CNR.
- Discriminazioni, molestie e mobbing
Di atti di devianza negativa quali umiliazioni, maltrattamenti, discriminazioni, isolamento o emarginazione a opera di un/una superiore o di un/una collega, circa la metà del personale ne ha fatto almeno una volta esperienza (53%). Oltre 4 persone su 10 hanno assistito a tali atti perpetuati a danno di colleghi/e, mentre a oltre la metà sono stati riferiti dalle stesse vittime. Sempre 4 su 10 hanno invece dichiarato di aver assistito a tali atti senza perÃē che le vittime si rendessero concretamente conto della loro gravità . Se in corrispondenza di variabili come lâetà , lâarea geografica o lâinquadramento non si riscontrano scostamenti significativi delle tendenze, e pertanto questi fenomeni appaiono endemici, si evidenzia perÃē una notevole differenza di genere: le vittime di tali azioni poste in atto da un/una superiore o di un/una collega sono prevalentemente donne (58,2% contro il 40,9% di uomini). Diversamente, il fenomeno del mobbing, di gran lunga meno diffuso dei problemi sinora analizzati, ha riguardato il 24,5% del personale almeno una volta nel corso della carriera (-3% rispetto al 2022) e, anche in questo caso, la quota di vittime ÃĻ piÃđ alta tra le donne (28,1% rispetto al 20,3% degli uomini). Tali tendenze sono analoghe a quelle del 2022, e indicano pertanto che non câÃĻ stata una sensibile diminuzione di questi problemi.
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La scheda
Chi Comitato unico di garanzia del Cnr (Cnr-Cug) in collaborazione con il gruppo di ricerca Mutamenti Sociali, Valutazione e Metodi (MUSA) dellâIstituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Cnr (Cnr-Irpps)
Che cosa:Â indagine âObiettivo benessereâ
–Â Â Â Â Â Â Â Â https://www.cug.cnr.it/
–Â Â Â Â Â Â Â Â http:/www.irpps.cnr.it/musa-mutamenti-sociali-valutazioni-e-metodi/
Per informazioni:
Antonio Tintori, Presidente Cnr-Cug
Cnr-Irpps
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