La Summer School in European Education Studies (SUSSES dâora in poi) ÃĻ una scuola estiva di studi sui processi di europeizzazione dellâeducazione aperta a 20 ricercatori emergenti di tutta Europa che intendano consolidare le loro competenze nello studio delle politiche educative, delle pratiche e dei risultati di ricerca nellâambito dellâUnione Europea, assumendo la dimensione europea come il punto di vista privilegiato. SUSEES nasce da una sinergia tra EERA network 28 âSociologia dellâeducazioneâ e un gruppo consolidato di ricercatori dellâeducazione che concentra la sua attività di insegnamento e di ricerca sui processi di europeizzazione e sulle sfide della società della conoscenza che investono lâeducazione.
SUMMER SCHOOL IN EUROPEAN EDUCATION STUDIES
SUMMER SCHOOL IN EUROPEAN EDUCATION STUDIES
Abstract:
Gli spazi europei dellâeducazione appaiono sempre piÃđ indipendenti da stati-nazione, regioni, scuole, classi e luoghi. Allo stesso tempo, complessi assemblaggi di persone, tecnologie e politiche aprono prospettive inattese di ricomposizioni a livello globale e locale. Queste trasformazioni rappresentano una sfida importante per la produzione di conoscenza sullâeducazione europea che sollecita anche la realizzazione di nuove iniziative di formazione per lo sviluppo di nuove competenze per rinnovare le categorie di lettura e le metodologie nella ricerca educativa.
SUSSES, intende contribuire al ripensamento della sociologia dellâeducazione, esplorando le potenzialità del âmobility-turnâ in sociologia dellâeducazione analizzando la costruzione delle arene educative europee, e gli effetti di questa costruzione in corso a livello nazionale e locale. Eâ unâiniziativa che tende a rinnovare il pensiero sociologico sullâeducazione in Europa, un laboratorio per lo sviluppo del pensiero sociologico sulle nuove frontiere dellâeuropeizzazione nella ricerca educativa, lo spazio senza frontiere emergente della ricerca educativa europea.
Indirizzo web aggiornato:
Indirizzo edizioni precedenti:
Trame â Il teatro sociale e la formazione degli operatori socio-sanitari
Trame â Il teatro sociale e la formazione degli operatori socio-sanitari
Un metodo ideato da Tiziana Tesauro #CNRIRPPS e Francesco Campanile per la #formazione professionale di medici, infermieri e assistenti sociali in grado di sviluppare autoconsapevolezza, riflessività e intelligenza emotiva.
Un libro che si rivolge al mondo della formazione socio-sanitaria proponendo un caso studio che consente di riflettere su quanto possa essere proficua la collaborazione tra saperi e pratiche professionali diversi. https://bit.ly/3aKYBI9
Un podcast con lâautrice intervistata da Tiziana Tarsia per i #posdacstsociologici, interviste ad autori e autrici di testi sociologici recenti basati su ricerche empiriche originali.
https://bit.ly/3a36VE0
Un video della #CnrWebTv racconta la pratica, le testimonianze e le reazioni deli partecipanti; https://l.cnr.it/igan0
#sociologia #formazione #professionisanitarie #teatro #società #ricercasociale #terzosettore
Abstract:
Nato dallâincontro di una sociologa e di un attore e regista teatrale Trame ÃĻ un laboratorio/esperienziale pensato per la formazione professionale di quanti per mestiere si occupano della cura degli altri come medici, infermieri, assistenti sociali, nellâidea che queste professionalità , piÃđ di altre, possano essere esposte al rischio del naufragio esistenziale, soprattutto se svolgono la loro professione in contesti complessi che calpestano i vissuti e le rappresentazioni personali. Chi svolge una professione di cura entra necessariamente in contatto non solo con lâaltro, ma piÃđ profondamente con se stesso e con il proprio progetto esistenziale ma, se nella pratica professionale manca la possibilità di lavorare sulle proprie possibilità esistenziali, ÃĻ probabile che mancheranno prima o poi le risorse cognitive, emotive ed affettive per lavorare sulle possibilità esistenziali dellâaltro.
In considerazione di ciÃē ÃĻ nato Trame un percorso formativo che consente a chi cura di prendersi cura di se utilizzando il linguaggio teatrale. Attraverso un vasto repertorio di esercizi e tecniche normalmente utilizzate per la formazione degli attori, Trame offre unâesperienza di formazione centrata sullâallenamento del corpo e della sua dimensione emozionale ed affettiva. Intercettando pertanto una lacuna tuttâora esistente nei tradizionali percorsi formativi, il metodo mira ad allenare il sapere del corpo per sviluppare autoconsapevolezza e riflessività sul proprio agire professionale.
Prodotti della ricerca:
Interventi a convegni:
Sul sito della manifestazione ArtLab Bergamo 2020 ÃĻ stato pubblicato il resoconto della sessione di lavoro denominata
âLezione appresa 2. Curare i Curanti. Curare la Società â Sulla pagina ÃĻ disponibile un videoclip sugli interventi
Riferimenti bibliografici principali:
Tesauro T. (2022) a. Theatre and professional training: The Trame method, in The British Journal of Social Work, The British journal of social work, Vol.52 (8), p.5009-5026
Tesauro T. (2022) b. On Stage without a Script. A Theatrical Workshop for Professional Training, in Theater(s) and Public Sphere in a Global and Digital Society, Volume 2, p. 129-141
Tesauro T. (2022) c. Il laboratorio teatrale per sviluppare la riflessività negli operatori socio-sanitari, in Milione A., Tesauro T. (a cura di) L’apprendimento permanente degli adulti. Esperienze e pratiche. Pavia: Edizioni Altravista.
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LABORATORIO PAIDEIA 3
LABORATORIO PAIDEIA 3
Il progetto si inserisce allâinterno del Piano di Attività per lâInnovazione dellâIstruzione degli Adulti (P.A.I.DE.I.A.) finalizzate a sostenere e favorire la messa a regime dei nuovi assetti organizzativi e didattici previsti dal DPR 263/12. Le attività di ricerca coinvolgono lâIRRPPS e la rete dei CIPIA della Campania (con il CIPIA di Salerno quale ente capofila) per la sperimentazione di prodotti elaborati ad esito delle attività e degli interventi realizzati nellâambito del Piano PAIDEA 2, anche ai fini di una loro validazione e diffusione. Lo scopo del progetto ÃĻ quello di promuovere una progettazione condivisa delle Unità di Apprendimento (UdA) dei percorsi di I livello âII periodo didattico e II livello â I periodo didattico.
Abstract:
Lâattuazione di processi di innovazione professionale e organizzativa richiede lo sviluppo di nuove capabilities individuali e collettive che si articolano intorno allâadozione di nuove metodologie, allo sviluppo di nuove regolamentazioni e nuovi artefatti che implicano complessi assemblaggi di discorsi, reti sociali e tecnologie. La sperimentazione si pone in questa prospettiva generale e persegue lâobiettivo particolare di incrementare la conoscenza curricolare e lâapprendimento organizzativo per il raccordo dei segmenti di istruzione di primo e secondo livello. Lâapproccio epistemologico cui afferisce lâidea progettuale comprende diverse matrici teoriche che configurano le organizzazioni come âsistemi sociali di apprendimentoâ. In questa ottica si realizzano attività laboratoriali che nella prospettiva metodologica della Ricerca-Azione implementano un dispositivo di Progettazione Partecipata delle Unità di Apprendimento (Uda) afferenti allâasse logico matematico e allâasse dei linguaggi. Le strategie adoperate sono finalizzate alla âmessa in operaâ di uno spazio di dialogo che incrocia i saperi e le esperienze professionali dei diversi attori coinvolti, al fine di individuare e sperimentare nuove azioni efficaci che promuovano un miglioramento nel processo di apprendimento e pratiche di lavoro congiunto.
Partecipanti:
- Paolo Landri, Anna Milione, Sandra Vatrella, Tiziana Tesauro.
Bike & Society
Bike & Society
Background
Lâintroduzione degli incentivi ha determinato un notevole incremento per lâacquisto delle bici. Lâemergenza del Coronavirus, i dispositivi di immunizzazione e di social distancing hanno rilanciato la bici come mezzo di trasporto nello spazio urbano ed extraurbano. Hanno, inoltre, posto le premesse per la possibilità di concepire la bici come un vettore di trasformazione e di innovazione sociale, con effetti piÃđ ampi sul versante del cicloturismo e della pratica sportiva.
I benefici della bici sono noti e ben documentati sul piano scientifico per la salute e la mobilità . Dâaltro canto, lo stato di emergenza ha creato una finestra di opportunità per un uso diffuso. Non piÃđ confinato in circoli amatoriali, ma aperto ad un suo piÃđ ampio innesto nelle configurazioni della mobilità urbana ed extraurbana. I dati dâacquisto di nuove bici sono molto incoraggianti. Le vendite hanno fatto registrare degli aumenti piÃđ che significativi. Circa 550 mila biciclette, secondo i dati forniti di recente dalla Confindustria ANCMA, sono state comprate dal momento in cui i negozi sono stati riaperti, determinando in alcuni caso un aumento della domanda e, a cascata un ulteriore impulso alla offerta che si ÃĻ trovata, talora spiazzata di fronte ad un incremento inatteso. La politica dellâincentivo ha, dunque, intercettato efficacemente i nuovi bisogni di mobilità post-Covid19 e, sollecitato, in parte la loro ridefinizione, innestandosi sulla transizione verde che riflette lâemergente Zeitgest verso modalità di mobilità sostenibili.
Lâaumento del âparco biciâ disponibile non si traduce, tuttavia, in modo automatico in piÃđ bici circolanti. La disponibilità di una tecnologia, infatti, non implica necessariamente il suo uso. La storia delle innovazioni indica che le tecnologie non sono oggetti indipendenti dai contesti, ma che si innestino in configurazioni sociali che le accompagnano, le supportano e ne garantiscono la utilizzabilità . Per avere piÃđ bici circolanti si tratta di costruire, quindi, una ecologia della bici, che accompagni, intersechi, complementi e in alcuni casi sostituisca, la cosmo-tecnica dellâauto, ovvero quella complessa configurazione sociale, tecnica e culturale che struttura la mobilità contemporanea allâinterno dei nostri spazi urbani ed extra-urbani.
La costruzione di ecologie ciclabili richiede, in particolare, una prospettiva di innovazione sociale: lo sviluppo di un approccio interdisciplinare, nel quale saperi tecnici, economici e sociali siano in grado di accompagnare il ridisegno di paesaggi e le città . Tale prospettiva che anima le esperienze positive di città bike friendly come Amsterdam e Copenaghen non trova corrispettivi analoghi nel nostro paese. Se, infatti, il mondo dellâauto ÃĻ stato oggetto di ricerche approfondite nel periodo del boom economico da diversi punti di vista disciplinari, le ricerche sulla bici in economia, sociologia, scienze motorie, architettura, ingegneria, diritto, storia, etc sono frammentate, se non in alcuni casi non sufficientemente sviluppate. I processi di formazione delle figure professionali del settore non possono contare su un impianto conoscitivo consolidato, che potrebbe sostenere le riconfigurazioni degli spazi in modalità green. Vi ÃĻ la necessità , dunque, di generare conoscenza interdisciplinare, sostenere lo sviluppo di identità professionali, attivare processi di formazione che possano sostenere le forme di mobilità sostenibili.
Rete di ricerca:
Partnership:Â
Progetti:Â
MOOC su Bike and Society
Prodotti della ricerca:Â
Presentazione progetto Bike and Society
Seminari Bike & Society e registrazione delle sessioni
Progetto DigitalMente
Progetto DigitalMente
Digitalizzazione e sicurezza del lavoro nellâarea salernitana
Un progetto nato dalla collaborazione tra lâIrpps e lâInail
La poderosa innovazione tecnologica della Rivoluzione Digitale, ovvero la Quarta Rivoluzione Industriale, si sta compiendo attraverso lâutilizzo delle tecnologie che spaziano in unâampia gamma di sistemi digitali che stanno già cambiando, in tutto il mondo, gli apparati industriali e lâorganizzazione del lavoro.
Lâavvento della pandemia ha contribuito a rendere piÃđ evidente questo mutamento rispetto al quale il nostro Paese ÃĻ in ritardo in confronto ai principali competitor europei e internazionali. Basti considerare che prima della crisi sanitaria e poi economica legata al Covid-19 solo 1 azienda su 5 aveva adottato una strategia per digitalizzare i processi o creare supporti alla forza lavoro da remoto.
Lâesplosione del lavoro agile o smart working durante la pandemia (da 500 mila a 8 milioni di lavoratori coinvolti) ripropone il tema di come il nostro Paese e il suo sistema produttivo intendano confrontarsi in futuro con questa nuova modalità organizzativa del lavoro anche per andare incontro alla sostenibilità ambientale del nostro operare.
Pertanto, lâobiettivo principale del progetto per il quale si chiede alle aziende dellâArea Salernitana di compilare il questionario, a cui ÃĻ possibile accedere tramite il link inviato via pec, ÃĻ di elaborare e diffondere delle Buone Prassi per sostenere il passaggio al lavoro agile dalla fase emergenziale a una âstrutturaleâ, nonchÃĐ per garantire unâefficace opera di prevenzione e di sicurezza del lavoro.
In questo difficile percorso di cambiamento, scopo della diffusione delle Buone Prassi sarà quello di alimentare la fiducia e sostenere la produttività delle aziende e dei lavoratori. In secondo luogo, dal punto di vista della prevenzione, lâindagine cercherà di individuare eventuali spazi per offrire servizi di life coaching, programmi di supporto psicologico e di benessere per aiutare i dipendenti che potrebbero vivere alti livelli di stress, generati da cause differenti (overworking, disaffezione agli obiettivi aziendali ecc.).
I risultati avranno come diretta conseguenza una piÃđ approfondita conoscenza delle condizioni lavorative e un loro conseguente miglioramento a beneficio dellâazienda e degli stessi lavoratori.
Si attuerà la massima diffusione delle Buone Prassi cosÎ elaborate attraverso la divulgazione di un opuscolo che sarà disseminato a mezzo di seminari a tutte le aziende campane, oltre che salernitane coinvolte nel presente progetto.
Nota: per chi volesse partecipare allâindagine puÃē farlo inviando richiesta a:
Convegno Digitalmente
Lloyd Baia Hotel -VietriÂ
30 novembre 2022
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